Politicamente, socialmente e mediaticamente coinvolgente, la Festa dei Popoli si propone come una forma di intelligenza della condivisione, riconoscimento dell’alterità e coraggio della convivenza. Un’occasione per andare oltre il dato storico e sociologico del fenomeno migratorio e inserirsi nel quadro più grande della Storia della Salvezza.
Obiettivi
- Portare nella Chiesa e nella comunità civile la convinzione che i migranti sono soggetti pastorali, artefici della società in cui vivono e non solo suoi fruitori.
- Proporre le migrazioni come potenziale ricchezza, provvidenziale risorsa da scoprire e da valorizzare per stimolare la vita pastorale, liturgica e associativa, l’educazione e l’accoglienza.
- Accendere un faro sull’importanza di assicurare ai cattolici stranieri un luogo di culto, sulla necessità di farli lavorare insieme per non rischiare una sorta di pastorale appartata, parallela e chiusa.
- Dare voce alle forze che si adoperano per la realtà migratoria nella città di Roma e permetterne la collaborazione.
- Trasformare l’evento in progetto per accrescere in seno alla Chiesa locale la sensibilità pastorale e l’integrazione delle comunità etniche, sensibilizzare sulla realtà globale dell’immigrazione e stimolare la società civile a cercare soluzioni e leggi giuste a favore dei migranti.
Soggetti
Missionari scalabriniani in collaborazione con l’Ufficio Migrantes del Vicariato della Diocesi di Roma, gli immigrati, i volontari attivi nelle varie comunità scalabriniane e nelle realtà religiose e laiche presenti nel territorio della diocesi.
Attività
- Durante la giornata gli oltre centocinquanta gruppi di non italiani cattolici si impegnano a realizzare stand culturali, artigianali e gastronomici, laboratori, mostre.
- Al centro della giornata, la celebrazione eucaristica in chiesa vissuta con le ricchezze dei modi di celebrare di ogni cultura.
- Uno spettacolo folklorico, laboratori e workshops eseguiti in varie postazioni da artisti ed animatori scandiscono la giornata.
- L’iniziativa è sorta nel 1992 grazie ai missionari scalabriniani; dal 1999, anno in cui entra a far parte del comitato promotore anche il Vicariato della Diocesi di Roma con l’Ufficio Migrantes, il lavoro con le comunità etniche si è esteso a tutto l’anno pastorale con un calendario di appuntamenti.
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